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Quantita e qualita del sonno

La domanda più ricorrente è questa: quante ore di sonno sono necessarie per ottenere tutti i benefici del sonno?

Sicuramente il sonno risente di una estrema individualità, ma per la maggior parte degli individui dormire bene equivale a 7-8 ore di sonno per notte. Tuttavia, esistono anche i brevi dormitori, ossia soggetti che hanno una necessità di solo 4-5 ore di sonno, come pure i lungo dormitori, ossia soggetti che per stare bene devono dormire più di 10 ore. Queste caratteristiche della durata "personale" del sonno sono legate ad aspetti geneticamente determinati. Sicuramente è importante seguire il proprio ritmo naturale e bisogna andare a dormire quando si ha realmente sonno. Qui entra in gioco un altro aspetto geneticamente determinato, quale l'orologio biologico che indica il ritmo sonno-veglia e serve a definire il cronotipo. Buona parte degli individui sono "normali", poiché il loro sonno si colloca tra le ore 23 della sera e le 7 del mattino. Circa un 20-25% della popolazione generale è invece costituito da "gufi", ossia soggetti che vanno a letto tardi e si svegliano tardi. un 5% della popolazione generale è invece rappresentato dalle "allodole", soggetti vanno a dormire molto presto alla sera e si svegliano presto al mattino. É interessante notare che gli anziani, di solito, sentono la necessità di anticipare di un'ora o due la propria ora abituale di addormentamento serale. Questo aspetto è legato a un altro elemento che influenza il ritmo circadiano, ossia la temperatura corporea. Nel giovane adulto, infatti, il corpo ha il picco minimo della temperatura intorno alle 3-4 del mattino. Nell'anziano, invece, il picco minimo è anticipato di circa due ore, con conseguente anticipo dell'addormentamento serale. Si potrebbe affermare che con l'avanzare dell'età si tende a diventare allodole.
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Ma tornando alla durata del sonno notturno, recentemente la National Sleep Foundation ha pubblicato le linee guida su quante ore di sonno siano necessarie per ogni fascia d'età. Diciotto ricercatori si sono riuniti ed hanno valutato e discusso oltre 300 pubblicazioni scientifiche, arrivando a definire l'appropriatezza della durata del sonno nell'arco della vita. La figura illustra i tempi di sonno notturni (quelli ideali, quelli che possono essere ancora considerati appropriati e quelli non raccomandati) per le diverse età.

Patologie del Sonno Diagnosticabili

Tuttavia, se la durata del sonno è di fondamentale importanza, altrettanto lo è la sua qualità. Come altrimenti si spiegherebbero gli individui che, pur dormendo 7-8 ore per notte, si svegliano stanchi, non riposati e con un cattivo funzionamento diurno? Sicuramente ad influenzare negativamente sia la quantità che la qualità del sonno può intervenire una patologia specifica del sonno. Secondo l'ultima classificazione internazionale dei disturbi del sonno, sono 60 le patologie che possono essere diagnosticate. Tra i più frequenti disturbi a maggiore impatto sulla salute ci sono: l'insonnia, la sindrome delle apnee ostruttive morfeiche, la sindrome delle gambe senza riposo.

Disturbi più frequenti

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INSONNIA A partire dal dato epidemiologico, l'insonnia è sicuramente un problema rilevante. Nella sua forma cronica interessa circa il 10% della popolazione generale adulta. Il disturbo da insonnia è caratterizzato da una predominante insoddisfazione del soggetto riguardo alla quantità o alla qualità del sonno, associata a: - difficoltà a prendere sonno - frequenti risvegli nella notte - risveglio precoce al mattino senza riuscire a riaddormentarsi.
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SINDROME DELLE APNEE OSTRUTTIVE MORFEICHE La sindrome delle apnee ostruttive morfeiche è invece un disturbo respiratorio caratterizzato dalla presenza di episodi ripetuti di ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno, con conseguente diminuzione di ossigeno intermittente e frammentazione del sonno. Le apnee hanno in genere una durata variabile da 10 a 30 secondi, ma possono persistere anche per più di un minuto. Questa sindrome è più frequentemente rappresentata nel sesso maschile, tuttavia anche le donne ne possono essere affette soprattutto nell'epoca post-menopausale. Il sonno frammentato, legato ai microrisvegli per ritornare a respirare normalmente, può causare eccessiva sonnolenza diurna, stanchezza ,ansia, e sbalzi d'umore.
SINDROME DELLE GAMBE SENZA RIPOSO Infine, la sindrome delle gambe senza riposo, conosciuta anche come RLS (dall'inglese: Restless Legs Syndrome) è una sindrome caratterizzata da un bisogno irresistibile di muovere gli arti inferiori, spesso associato a sensazione di fastidio, prurito e, a volte, dolore. Talora può manifestarsi anche alle braccia. Diversi studi epidemiologici hanno mostrato che la RLS colpisce circa il 2-5% della popolazione adulta. La sintomatologia compare a riposo (quando si è sdraiati o seduti), soprattutto verso sera o di notte, e si attenua o addirittura sparisce con il movimento. Il disturbo interferisce spesso con l'addormentamento, causando insonnia. Inoltre, se il soggetto riesce ad addormentarsi, durante la notte può avere scatti involontari delle gambe, ogni 20-40 secondi: questi scatti determinano dei microrisvegli che non consentono un buon mantenimento del sonno. La stanchezza che ne consegue può compromettere le attività quotidiane e peggiorare la qualità di vita, determinando tensione, irritabilità e sintomi depressivi.

Escludendo patologie specifiche del sonno, sicuramente il soggetto per garantirsi un buon sonno deve cercare di seguire alcune regole, che rientrano nei cosiddetti "principi di igiene del sonno".

Dormire bene è vivere meglio

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